Arcaico Mare

ARCAICO MARE FRANCESCO CALIGIURI
Ottobre 1, 2020
Francesco Caligiuri Orchestra
Dodicilune
Producer: Dodicilune - Roccella Jazz
Number of discs: 1

I musicisti che compongono il gruppo sono:

Francesco Caligiuri – sax soprano, sax baritono, clarinetto basso, flauti dolci

Federica Perre – voce e elettronica

Stefano Scrivano – voce

Luigi Paese – tromba

Paolo Bennardo – tromba

Giuseppe Oliveto – trombone

Gianluca Bennardo – trombone

Mario Gallo – tuba

Giuseppe Santelli – pianoforte e tastiere

Carlo Cimino – Contrabbasso

Francesco Montebello – batteria

 

Tutti gli arrangiamenti e le composizioni sono a nome di Francesco Caligiuri

 

Vincenzo Martorella nelle note di copertina descrive il progetto con queste parole:

 

ASCOLTARE IL MARE

di Vincenzo Martorella

 

«La testimonianza più bella sull’immenso passato del Mediterraneo è quella che fornisce il mare stesso. Bisogna dirlo e ripeterlo. Bisogna vedere il mare e rivederlo. Naturalmente esso non può spiegare tutto di un passato complesso, costruito dagli uomini con una dose più o meno elevata di logica, di capriccio o di aberrazione, ma rimette con pazienza al loro posto le esperienze del passato, restituendo a ognuna i primi frutti della sua esistenza, e le colloca sotto un cielo, in un paesaggio che possiamo vedere con i nostri occhi, uguali a quelli di un tempo. Per un momento, di attenzione o di illusione, tutto sembra rivivere».

 

Così scriveva il grande storico Fernand Braudel introducendo il suo volume – ambizioso e illuminante -, sulla preistoria del Mediterraneo: un insieme vorticoso di fatti, azioni, uomini, esperienze. Che rendono quel mare un mare da vedere.

Ma dove ci suono uomini, fatti e circostanze ci sono anche suoni, musiche. E questo sembra essere il senso più profondo dell’ultimo lavoro firmato dal pirotecnico Francesco Caligiuri, uno dei giovani talenti più interessanti del jazz italiano (e non solo). Arcaico Mare, infatti, è dedicato al Mare Nostrum; a quel bacino, immenso e favoloso, di culture e suoni al quale il sassofonista calabrese rivolge uno sguardo attento e partecipe, ma – ancor di più – un ascolto simbiotico e febbrile.

Il programma è impaginato assecondando una curiosità sonora senza limiti, che spazia tra latitudini ed epoche, matrici culturali ed espressioni stilistiche. Il disegno complessivo che ne risulta è più di una semplice carta nautica: rappresenta, piuttosto, un atlante musicale, la rappresentazione sonica di un luogo che come nessun altro è stato culla, crocevia. Un mare plurale, molteplice, come le idee che ha promosso e fatto circolare.

La musica che Caligiuri propone con la sua grande-piccola orchestra agisce sulle differenze ma anche sull’identità di espressioni stilistiche che, in qualche modo, proprio il Mediterraneo, ha favorito. L’ampiezza d’orizzonte è totale e abbraccia l’Europa, così come l’Atlantico, della cui acqua il Mare Nostrum si nutrì alla fine del Miocene, quando si essiccò a causa di un evento sismico. In questa emozionante babele di lingue e dialetti musicali, trovano dunque felice, e naturale, collocazione l’infinito canzoniere statunitense, brani natalizi antichi e moderni, Charles Mingus, la mitologia norrena, tutti magistralmente riarrangiati da Caligiuri; il quale firma Rupella Antica, dedicata a Roccella Ionica, tra mito, leggenda e realtà. Così come a Roccella è legata La Follia, brano che George Russell scrisse su commissione del Festival Rumori Mediterranei e dal 2005 adottato come inno del borgo ionico.

Non era facile tenere a bada una tale vastità di dizioni e pronunce sonore, ma Caligiuri riesce nell’impresa grazie alla lucidità delle sue idee di arrangiamento, a capacità non frequenti di riscrittura, ma soprattutto a una immaginazione sonica che gli permette – alla testa di un ensemble non ortodosso – di trovare sempre la soluzione più adatta.  La piccola orchestra, infatti, si è rivelata formazione agile e robusta allo stesso tempo, come dice lo stesso sassofonista: «L’obbiettivo era la creazione di un ensemble che avesse l’intensità sonora di una big band unita all’agilità di un gruppo più snello; la distribuzione delle parti, sia per quanto riguarda l’armonizzazione che per l’andamento melodico della linea tematica, è stata realizzata creando per ogni strumento una propria linea melodica».

Un disco intenso, suonato benissimo, catalizzatore di passioni. Un paesaggio infinitamente cangiante, ricco di suggestioni, difficile da dimenticare. Come i colori e i suoni dell’arcaico mare al quale si ispira e sul quale, idealmente, si affaccia.

Share: